Gli adolescenti ancora sorridono
di Mariella Bombardieri

L'adolescenza è una malattia? Chiedono spesso i genitori in occasione di proposte formative rivolte a loro. Ci risponde Mariella Bombaridieri.

 
Leggendo articoli sui giornali, ascoltando  trasmissioni televisive spesso si ha la sensazione che l’adolescenza venga vista spesso  in un’ottica problematica e patologica e questo crea ansia ed accentua paure non sempre realistiche.
Addirittura vi sono genitori che si preoccupano se il figlio è tranquillo e non entra in conflitto con loro.
 
”Adolescenza”, sul dizionario è scritto: “fase della crescita dell’essere umano collocabile tra i 12- 14 anni ed i 18-20 anni caratterizzata da una serie di modifiche fisiche e psicologiche che introducono all’età adulta”. 
 
La definizione non mi soddisfa del tutto.
Troppo fredda e riduttiva.
Provo cosi’ a pensare agli adolescenti veri che conosco e a quanto i genitori dicono di loro.
Lucia una mamma mi racconta.”Com’è cambiato mio figlio basta vedere la sua  camera per capirlo: c’è piu’ disordine o forse un ordine piu’ personale in cui egli puo’ trovare comunque le sue cose. Sono spariti i pupazzi di “peluche” e le foto di quando era piccolo; li ho ritrovati chiusi in un cassetto. Sulle pareti sono apparsi poster colorati di personaggi che conosco a malapena ma che lui ama molto. La sua stanza  cambiata mi fa pensare a com’è cambiato lui e non solo fisicamente”.
 
Del resto la parola adolescenza deriva dal latino “adolescere”:  che vuol dire  crescere.
E quando si cambia si fa i conti con la novità, con emozioni prima sconosciute, con la ricerca di tempi e spazi nuovi, con l’attrazione verso nuove direzioni.
 
Manuel è un papà e ad un gruppo racconta: ”Ieri guardando fuori dalla finestra ho visto un grande albero ed ho pensato a noi genitori ed  a mia figlia che abbiamo accudita, sostenuta, magari non  accolta in tutti i suoi bisogni ma di certo amata con quello che eravamo in grado di fare. Quando  faccio capolino dalla porta della sua camera e la guardo mentre sta studiando, o è sul letto..o al computer…vedo questi cambiamenti  e quasi li sento”.
 
La  stanza in cui spesso l’adolescente  “si rintana” è un po’ il suo mondo dove a volte sta bene e a volte meno…ma che comunque è un posto per lui.
Non è strano che cerchi  un proprio spazio fisico e mentale. Il nostro compito di adulti è di accogliere, cogliere le loro idee ed emozioni senza riempire i loro vuoti delle nostre certezze.
 
Non è strano per l’adolescente piacersi un po’ di meno, non averne piu’ abbastanza della mamma che ti fa i complimenti, trasgredire a scuola non studiando o usando un linguaggio non sempre elegante magari per sembrare piu’ grande. 
Non lo è neppure se nostro figlio si sgancia un po’ da noi e comincia a dare attenzione a cio’ che sta fuori casa, se fatica a ritrovarsi in un corpo che cambia, se sente di essere attratto da persone dell’altro sesso.
 
Certo questi  segni di cambiamento rompono i nostri  schemi e ci confondono.
Dov’è finito il bambino che conoscevamo, che ci saltava in braccio e ci chiedeva le coccole? Perché fatichiamo a capirlo quasi usasse una lingua a noi sconosciuta?.
Non riusciamo a trovarlo perché lui è partito per un viaggio che lo porterà alla scoperta di un nuovo sé.
Non è un tradimento tutto questo. Non è il segno che noi non gli serviamo piu’.
Egli tornerà dai suoi viaggi e ci chiederà di ascoltarlo e di sostenerlo.
Ci chiederà la fiducia che lo aiuterà a superare le prove. Nel suo cercare porterà dentro la nostra immagine, il nostro esempio anche i nostri limiti che lo aiuteranno ad accettare i suoi.
 
Non sarà malato se in certi momenti smetterà di parlare, se sceglierà un abbigliamento che a noi non piace, se a volte avrà bisogno di attaccarci per stare meglio.
In questo periodo lo vedremo avanzare e indietreggiare e dovremo essere capaci di non ferirlo per le sue incongruenze che non vorrà dire non esprimergli il nostro pensiero ma solo farlo in un modo rispettoso.
Non dovremo arrabbiarci se a volte conterà piu’ il parere di un amico che il nostro, starà solo provando a farcela da solo…e un amico in questi casi puo’ essere davvero utile.
 
Vorrei concludere con le parole di una grande psicoterapeuta dell’adolescenza, F. Dolto.
Quando i gamberi cambiano guscio, per prima cosa perdono quello vecchio restando senza difesa durante il tempo necessario per fabbricarne uno nuovo. Per gli adolescenti è un po’ la stessa cosa. L’adolescenza è consumare le briciole dell’infanzia cercando le trame di un nuovo romanzo di sé e questo non accade solo al figlio accade anche al genitore che gli sta accanto”.
 
Mariella Bombardieri
 

Mariella Bombardieri, psicopedagogista, conduce colloqui individuali o a coppie, corsi di formazione dedicati a genitori, insegnati ed educatori, assistenti sociali e pedagogisti.
Lo fa a Gavardo, nel Centro di Psicologia Clinica e Formazione (Cfp) di via Fornaci, 4.
Per chi fosse interessato è previsto un colloquio di conoscenza ed analisi del bisogno formativo senza alcun impegno all'iscrizione successiva.
Per prenotare chiamare il 339.1238951 oppure lo 0365.373594.