Lumezzane, quasi tre secoli d'età per i tre fratelli Zani
di Fonte: Edmondo Bertussi, «Bresciaoggi», 5 ottobre 2012

La storia di tre fratelli valgobbini che insieme assommano 291 anni. Ieri la più grande, suor Bonaventura Zani (al secolo Angela) ha raggiunto il traguardo dei 100. L'11 novembre il fratello Giovanni ne farà 93 e il prossimo febbraio per Caterina saranno 98

 
È un fatto straordinario e raro anche per la popolosa Lumezzane: oggi (ieri, ndr) in Valgobbia compie 100 anni suor Bonaventura Zani; l´11 novembre toccherà ai 93 del fratello Giovanni, e nel prossimo febbraio saranno 98 per la sorella Caterina. Insieme fanno 291 primavere, quasi tre secoli.

Sono gli ultimi viventi dei nove figli di Pietro Zani (ramo Marchitì) e Maria Crescini: vivevano a Piatucco in una grande casa padronale, con terreni e boschi che arrivavano fino al Santellino.
 
Una famiglia patriarcale contadina nella quale tutti davano una mano: ricordano la fienagione, le mucche al pascolo, la legna da tagliare e portare a casa in una Lumezzane che ora non c´è più, divorata dallo sviluppo industriale. 

Suor Bonaventura, al secolo Angela, è entrata a 22 anni nell´ordine delle Dorotee e ha dato i voti a 25 anni. Poi esperta in cucina, ha fatto la cuoca in tutte le case nelle quali ha passato la sua vita religiosa insegnando catechismo e facendo la maestra d´asilo: prima destinazione in città, a San Faustino, poi a Vobarno, Odolo, Concesio, infine, ormai settantenne, a Villa San Giuseppe, nella casa di riposo delle Dorotee a Brescia, dove fino a poco tempo fa ha continuato nel suo mestiere e dato una mano nell´assistenza alle consorelle più anziane. 

[...] La mamma morta giovanissima a 49 anni, il papà che pur ammalato il giorno prima della morte volle andare a messa e si fece portare in chiesa. E ancora i sei fratelli scomparsi, «veri cristiani che ci aspettano in cielo», dice. 

La festa di famiglia (saranno almeno una settantina i partecipanti) con un ricordo speciale è organizzata dai suoi nell´oratorio di Piatucco per l´11 novembre, compleanno del fratello Giovanni, anche lui cresciuto con tutti nella grande casa paterna: lavorò un po' nella Polotti in officina, poi, sofferente a una gamba, tornò a fare il contadino coi suoi. Si sposò nel ´56 con Ada Torcoli che gli fa ancora compagnia con l´unica figlia, Marisa.

Infine Caterina, del 1915, il «puntèl dè famia»: fu lei dopo la morte prematura della mamma il riferimento in casa per tutte le faccende ma anche per dare una mano nei lavori in campagna. I nipoti la ricordano sempre affaccendata in mille attività dalla mattina alla sera. Ha passato tutta la vita in compagnia dei parenti: «Non ho avuto il tempo di sposarmi», racconta.