Le sassaiole di Ognissanti nelle contrade di Lumezzane
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 30 ottobre 2012

Una tradizione che è proseguita sino agli anni Cinquanta, frutto della rivalità Sant'Apollonio/San Sebastiano e Pieve/Gazzolo. Dopo la messa, i ragazzi predisponevano i "balòcc" da scagliare, con gli avversari che si mettevano però prudentemente fuori tiro

 
«Aaa balòcc, a balòcc...», a sassate, a sassate: era il grido di guerra che echeggiava sulle allora verdi balze (le piane) tra i due cimiteri di San Sebastiano e Sant’Apollonio nei giorni dei Santi e dei Morti.
 
La stessa animosa cadenza si ripeteva anche a due chilometri di distanza, tra i ragazzi di Pieve e quelli di Gazzolo. Erano frazioni divise da inimicizie, diciamo pure rancori, secolari.
 
Per dire, ad esempio, nella seconda metà del Settecento ci scappavano perfino archibugiate. San Sebastiano (allora si chiamava Piubego, ossia piccola pieve) era frazione del Comune di Sant’Apollonio e ne dipendeva anche come parrocchia.
 
Per secoli aveva tentato di affrancarsi, riuscendoci come parrocchia soltanto nel 1838, come Comune nel 1921, salvo poi il decreto regio del 1927 che costrinse le tre amministrazioni pubbliche a stringersi in una. L’inimicizia tra Gazzolo e Pieve s’affumicava dello stesso umore: Gazzolo mal sopportava il complesso di superiorità dei pievani e quindi...
 
La sassaiola celebrava consolidati preparativi: a ridosso del vecchio cimitero di S. Apollonio (ora frequentato parchetto verde) i ragazzi predisponevano mucchi di proiettili-sassi, dato che nelle «piane» cresceva l’erba non certo i «balotti».
 
Stesso rito, duecento metri più in basso, dei sanbastianiti (come li definiva in un suo scritto il parroco di Sant’Apollonio del primo Novecento, don Severino Sabatti).
 
Nella mattinata di Ognissanti, magari dopo la Messa, al grido fatidico di «aa balòcc,aabalòcc...», si accendeva la sassaiola.
 
I contendenti stavano prudentemente quasi sempre fuori tiro e poi i sassi spiovevano  da lontano e la schivata sapeva di vittoria già di per sè. Così fino ad esaurimento... munizioni che si ricostituivano il giorno dei Morti e la battaglia piet(r)osa ricominciava, soleggiasse, piovesse o tirasse vento.
 
La «hbalotada» durò fino a ridosso degli anni Cinquanta. Poi le piane accolsero case e officine, la distanze tra le frazioni si annullarono, quelle tra gli uomini anche, la storia dimenticata, l’abitato senza soluzione, la sassaiola piombata come un... sasso nell’oblio più obliante. Meglio così. O forse quasi no?