Il precario stato di salute del fiume Mella
di Andrea Alesci
La Comunità montana ha provveduto a mappare gli scarichi lungo il fiume Mella sul territorio valtrumplino (1.631). A novembre la decisione sul depuratore, anche in vista del termine per il risanamento delle acque che l'Unione Europea ha fissato al 2027
Attorno ai fiumi s’è sviluppata la civiltà, vicino ai corsi d’acqua sono cresciuti villaggi, poi paesi e città. Dal fiume Mella è nata la Valtrompia, ma a quelle acque che la definiscono e la attraversano non siamo stati capaci di render grazie.
Episodi che aggravano lo stato di salute di un fiume per il quale il termine inderogabile di risanamento è stato fissato dall’Unione europea al 2027.
Nel frattempo è continuato l’invisibile lavoro di mappatura degli scarichi lungo tutto il corso del fiume, dall’imbocco del torrente Gombidolo a San Colombano sino al Cannone di Bovezzo.
Un totale di
1.631 scarichi lungo 96 chilometri di tracciato, di cui 40 monitorati sulla rettilinea principale del Mella, 43 lungo gli affluenti e 13 nel bacino del Garza. Un lavoro portato avanti dalla Comunità montana e tradotto in una c
artografia visibile sul Geoportale di Valle Trompia (cliccare su 'mappe'): 664 scarichi lungo il Mella, 648 sugli affluenti e 319 nella Valle del Garza.
Una serie di punti rossi che in Alta Valle sono quasi esclusivamente di tipo civile, prima di infittirsi da Gardone in giù per la massiccia presenza di impianti industriali.
I punti di immissione sono tanti e anche nel caso di riversamenti abusivi pari a zero, la situazione ha bisogno al più presto di essere risolta con un efficace sistema di depurazione, per il quale si attende il mese di novembre come momento risolutore.
Il 2027 pare lontano, ma quindici anni passano veloci come la corrente di un fiume.
Nelle foto, dall'alto in basso: il fiume Mella a Marcheno, a Sarezzo e in due fotografie che lo immortalano in Alta Valle.