Lumezzane: attentato alle guardie Wwf
di Redazione

Giovedì si è sfiorata la tragedia lungo la strada che porta ai Prati Comuni: due guardie di ritorno da un'operazione anti-bracconaggio sono riuscite a fermarsi sull'orlo del precipizio con un'auto alla quale erano stati tranciati i tubi dell'impianto frenante

 
Poteva trasformarsi in una grave tragedia l’episodio occorso giovedì a Lumezzane all’automobile di servizio del Wwf: tranciati di netto i tubi dell’impianto frenante.
 
Le guardie ambientali erano impegnate in un servizio antibracconaggio in località Prati Comuni, dove avevano sorpreso un cacciatore da capanno mentre esponeva richiami di fringuello e peppola (specie protette) e avendo già abbattuto sette fringuelli grazie a un richiamo elettroacustico.
 
La vettura era parcheggiata lungo la strada che porta al Passo del Cavallo e una volta ripresa la via del ritorno, in prossimità della prima curva con forte pendenza, la guardia alla guida ha toccato i freni per decelerare ma l’auto non rispondeva più ai comandi.
 
Prontamente l’uomo è riuscito a bloccare le ruote azionando il freno a mano, ma non riuscendo a impedire che la macchina andasse in testacoda, dirigendosi verso un precipizio. Una lunga sbandata dell’auto, che fortunatamente ha esaurito la sua corsa proprio sull’orlo del baratro.
 
Immediato l’intervento di Carabinieri e Polizia provinciale che hanno poi confermato la manomissione all’impianto frenante dell’automobile.
 
“L’episodio è di una gravità inaudita – ha detto Antonio delle Monache, coordinatore delle Guardie del Wwf Lombardia –, chi ha manomesso i freni voleva chiaramente uccidere le guardie. La strada è ripidissima e se non fosse stato per l’abilità del conducente l’auto sarebbe precipitata con conseguenze che si possono immaginare”.
 
L’evidente pista dell’attentato va nella direzione di un atto vendicativo da parte di qualche bracconiere (nel solo mese di ottobre le guardie Wwf hanno denunciato 13 cacciatori per aver abbattuto animali o utilizzato richiami elettromagnetici), che nella provincia di Brescia – secondo il Wwf – si muoverebbero in vere e proprie zone franche dove fare quel che vogliono.
 
“Non ci lasceremo certo intimidire – ha aggiunto Delle Monache –. Continueremo nella nostra opera, sempre condotta con la massima responsabilità e correttezza. Vorremmo che questo grave episodio faccia riflettere le associazioni venatorie: prendano le distanze dal bracconaggio e si termini con accuse strumentali alla vigilanza volontaria e agli organi istituzionali impegnati per il ripristino della legalità“.
 
Per qualsiasi segnalazione di bracconaggio è possibile chiamare il numero del Wwf 328 73 08 328.