Se i figli hanno qualcosa da dire
di Mariella Bombardieri

Quando due genitori si separano per i figli inizia un periodo critico, difficile che crea insicurezza, fragilità. Una condizione alla quale si può trovare rimedio, basta sapere come fare

 
Di fronte alle immagini della pubblicità nelle quali si vedono famiglie felici il figlio che vede i propri genitori lasciarsi si sente diverso, sbagliato.
La colpa però non è dei figli anche se alcuni arrivano a crederlo.
La separazione è dolorosa, per questo è importante prima di arrivare a questa scelta mettere in campo tutte le risorse affinché la coppia possa cercare di uscire dalla crisi, recuperare le relazioni perse, ritrovare il senso del legame familiare.

Quando però si arriva alla separazione allora i genitori devono impegnarsi per rendere questa transizione il meno dolorosa possibile.
I figli vivono comunque un disagio a causa di questo grande cambiamento che arriva nella loro vita ma non necessariamente svilupperanno patologie psicologiche.
Dipende molto dalla personalità di figli e genitori, dal contesto familiare e dal modo di affrontare questo evento.
 
Dipende dall’avere delle reti familiari e comunitarie capaci di sostenere e supportare piccoli e grandi.
In questa logica rientra l’esperienza dei gruppi di parola nati in Canada ed in Francia  che si sono poi sviluppati anche in Italia grazie all’impegno di mediatori familiari che fanno capo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia.
 
Ma cosa sono i gruppi di parola?
Sono una esperienza vissuta tra coetanei e con la presenza di un  mediatore, facilitatore  preparato che conduce il gruppo, tutela i bambini, li protegge e li aiuta ad esprimersi.
Stare insieme a cerchio con altri che hanno vissuto la stessa esperienza permette di abbattere il muro dell’isolamento favorendo un contatto ed uno scambio, dando voce alle proprie emozioni.
 
In gruppo è possibile trovare anche soluzioni che permettano al bambino di farsi ascoltare dai genitori che presi dal proprio conflitto rischiano di dimenticarsi di chi hanno di fronte.
Nel gruppo ci si trova per quattro incontri e nell’ultimo si invitano anche i genitori per permettere ai figli di esprimere loro un pensiero, un messaggio.
 
Il gruppo affronta temi seri ma siccome è rivolto a bambini ed adolescenti utilizza strumenti capaci di coinvolgerli: disegno, giochi di ruolo, la musica, il momento della merenda.
Stando insieme i figli accomunati dall’esperienza della separazione possono rielaborare un po’ il loro dolore.
Non vi è nulla di più negativo per un bambino che il doversi tener dentro la sofferenza o la rabbia. Parlare stempera le emozioni, permette di guardarle dal di fuori avendo un sostegno dai compagni del gruppo e da un adulto preparato.
 
I bambini sanno dire cose grandi che possono aiutare gli adulti a capirli meglio e a sostenerli.
Come Laura di 14 anni che in gruppo dice: ”Soffro molto del divorzio dei miei genitori. Ho male nella mia testa e nel mio cuore, darei qualsiasi cosa per tornare come prima”.
 
Come Giulia di 13 anni: ”Vado da mio padre ogni quindici giorni ma vorrei andarci più spesso e magari quando ne ho voglia”, o come Carlo: ”Quando vado da mio padre c’è sempre la sua fidanzata e lui non parla mai con me”. 
 
C’è una canzone che dice: ”Metti delle parole suoi tuoi mali, scrivili, gridali disegnali, cantali.. perchè possano come un falco volare molto alto. Delle parole di rabbia per aver troppo taciuto, delle parole tuonanti piene di mistero di una notte sfortunata in cui ti perdi, delle parole di tenerezza…. delle parole da lanciare alla cieca perché non ti si possa abbandonare, delle parole di speranza per meglio vederti e infine credere alla tua storia”.
 
Quando i bambini possono dire i loro pensieri e quando gli adulti pur nel dolore della separazione provano a starli a sentire allora la ferita si fa meno pesante ed apre alla possibilità di essere più sereni.
 
Mariella Bombardieri
 
Bibliografia: a cura di Costanza Marzotto “I gruppi di parola per i figli di genitori separati” Vita e Pensiero Milano 2010

 
La ds.ssa Mariella Bombardieri conduce colloqui individuali o a coppie, corsi di formazione dedicati a genitori, insegnati ed educatori, assistenti sociali e pedagogisti.
Lo fa a Gavardo, nel Centro di Psicologia Clinica e Formazione (Cfp) di via Fornaci, 4.
Per chi fosse interessato è previsto un colloquio di conoscenza ed analisi del bisogno formativo senza alcun impegno all'iscrizione successiva.
Per prenotare chiamare il 339.1238951 oppure lo 0365.373594.