L'originale scritta murale salendo per le Poffe
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 9 ottobre 2012

Anche nella zona periferica lumezzanese, al confine con il bosco i monatti della bomboletta hanno effigiato un muro, stavolta con una scritta particolare: "Non si scrive sui muri". Un grido silenzioso che strappa un mezzo sorriso

 
Un muro, una tentazione e, come modulava Oscar Wilde, si resiste a tutto fuorché alle tentazioni. In questo caso l’irresistenza è riferita ai bombolettari.
 
Recentemente è capitolato sotto l’implacabile spruzzo nero anche un muro sulla strada per il monte Poffe. Dunque, anche la periferia più... periferica finisce ricamata a spray.
 
E se l’attività dei pallidi monatti della bomboletta è esecrabile di per sé, in questo caso c’è di che accoglierla con un rivolo di simpatia. Vergata in uno stampatello lievemente inclinato a sinistra, la scritta stura un perentorio divieto: «Non si scrive sui muri». Autocritica? Umorismo? Risipiscenza? Presa per il fondo dei... fondelli? 
 
Forse tutto un po’ di questo o, sempre forse, nulla di tutto questo, se non si vuole attribuire all’autore una lampadina d’intelligenza. Il risvolto è comunque ridevole, sarebbe come se un ladro proclamasse che non si deve rubare.
 
Sotto il comandamento, malamente cancellato, s’intravede un «ciao deficenti», sì senza la «i», mirabile coerenza con la deficienza ortografica di chi ha scolpito il saluto.
 
Che dire? In via eccezionale si chiuda un occhio, per quanto l’altro sia afflitto da cataratta. Il silenzioso grido d’un muro, una volta tanto, fa almeno stirare un sorriso.