Coccaveglie e i bambini russi di Chernobyl
di Giuseppe Belleri
La colonia diretta da padre Pippo a Capovalle con la onlus di Concesio ha ospitato per tre settimane i bimbi provenienti da Tula, cittadina vicino a Chernobyl, consentendo a loro di rigenerarsi e svagarsi
Sabato 22 settembre i bimbi russi sono ritornati in patria dopo le tre settimane di vacanza-studio trascorse in Italia.
Erano giunti all’aeroporto di Venezia nel giorno della regata storica - il 2 settembre- e, dopo
aver visitato la città lagunare in una delle sue giornate più suggestive, sono approdati, in serata, a
Coccaveglie, nel comune di Capovalle, a cavallo fra i laghi d’Idro e Valvestino.
Ogni giorno i 41 ragazzi - alcuni orfani e d’età dai 12 ai 17 anni - hanno seguito diligentemente le lezioni scolastiche, impartite loro dai sette insegnanti al seguito, e passeggiato lungo i bei sentieri della Valvestino; una mattina sono scesi a piedi per il mercato settimanale di Idro.
Alla sera preparavano gli spettacoli folcloristici che presentavano la domenica pomeriggio agli ospiti presenti; per oltre un’ora col loro “concerto” - così lo chiamavano - deliziavano il pubblico con danze moderne e folcloristiche, accompagnati da chitarra e fisarmonica, prima di offrire un rinfresco con marmellate, dolcetti e vodka, ma solo agli adulti: la città di Tula, dove ha sede il loro rinomato ginnasio, è famosa per la produzione del Samovar (fornello per l’acqua calda e il tè), del prjanik (panpepato al miele) e della fisarmonica.
Hanno anche beneficiato di gite didattiche (a Lodi visita di un frutteto dove, oltre a conoscere il completo ciclo produttivo, hanno raccolto mele e pere), storiche (a Sirmione e a San Martino della Battaglia han visitato, con interesse per il nostro risorgimento, la torre e l’ossario), ricreative (a Gardaland per un giorno han vissuto nel “paese dei balocchi”).
Abbiamo raccolto alcune impressioni dagli amici di Coccaveglie che hanno prestato la loro opera sia in cucina che nel riordino degli ambienti: “Erano allegri ma non chiassosi, mangiavano con alacrità e piacere fino all’ultima briciola; in buon ordine prendevano da soli il cibo che consumavano parlando sommessamente; hanno apprezzato molto la pasta, il pesto e il grana che si sono messi anche in valigia. Hanno partecipato attivamente al progetto di scambio gastronomico fra la Russia e l’Italia: durante la visita a Lodi hanno imparato a preparare gli gnocchi lodigiani mentre a noi hanno insegnato la ricetta delle crespelle al caviale”.
A padre Pippo Ferrari - l’anima di Coccaveglie - il commento finale: “Non ci siamo arresi di fronte alle difficoltà e grazie alla Provvidenza, manifestatasi con l’aiuto di molti enti e benefattori che hanno creduto nell’iniziativa, buona parte delle spese sono state sanate; abbiamo potuto anche quest’anno dare l’opportunità a dei ragazzi russi (per alcuni rimarrà un’esperienza unica) di trascorrere un bel periodo di svago e rigenerazione, lontani dalle zone contaminate dalla nube radioattiva di Chernobyl. L’anno prossimo, se Dio vorrà, un altro gruppo di ragazzi russi arriverà”.