Mondinelli: « La valanga aveva un fronte di un chilometro»
di Andrea Alesci

Silvio Mondinelli dovrebbe rientrare in Italia tra un paio di giorni, dopo essere scampato alla valanga sul Manaslu che domenica si è portata via l'amico e compagno di viaggio Alberto Magliano. La sua salma è stata portata a Kathmandu per la cremazione

 
Il corpo dello sfortunato alpinista Alberto Magliano è stato recuperato ieri mattina al campo 3, posto a quota 7.100 metri sul Manaslu, vetta dell’Himalaya nepalese.
 
Lì si è consumata la tragedia alle 4.20 di domenica mattina, quando la tenda del 66enne milanese è stata inghiottita dalla valanga con un fronte di un chilometro discesa a ricoprire i 35 alpinisti lì presenti per tentare la scalata all’Ottomila.
 
Fra di loro anche Silvio Mondinelli e Christian Gobbi, amici e compagni di viaggio di Alberto, loro usciti illesi dall’incidente, trascinati per 200 metri e poi risputati in superficie dalla massa nevosa.
 
“Quella notte, io e Christian – ha raccontato il “Gnaro” – ci siamo ritrovati sopra la valanga, abbiamo spaccato il telo della tenda e con i sacchi a pelo avvolti attorno ai piedi siamo andati subito a cercare Alberto: erano finiti molto lontano, abbiamo rintracciato la sua tenda e poco distante lo abbiamo trovato, accanto al corpo esanime del 24enne Dawa Dorje Sherpa che era con lui e ci aveva accompagnato già in una spedizione lo scorso anno. Purtroppo non c’era più nulla da fare”.
 
La salma di Alberto Magliano è stata riportata a Kathmandu, così come quelle di altri 8 alpinisti (sono invece sette quelli ancora dispersi).
 
Silvio Mondinelli, invece, ritornerà a casa ad Alagna nel giro di un paio di giorni, dopo che il corpo di Alberto sarà stato cremato. “La sua volontà – ha detto Silvio Mondinelli – era di rimanere in montagna, quindi è molto probabile che lo seppelliremo in cima a una vetta”. 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: la valanga sula Manaslu, un'immagine del recupero di un ferito, il campo base.