Brescia vs Valtrompia: caccia sì o caccia no?
di Erregi

Nelle stesse ore in cui oggi si svolgerà la manifestazione per difendere i diritti dei cacciatori, le loro tradizioni e i posti di lavoro, a Brescia si protesterà, invece, contro quella che è stata definita una "pratica barbara"

 
Pochi chilometri di distanza che, soprattutto oggi, sembreranno fare da confine tra due mondi che non potrebbero essere più diversi: mentre tra Sarezzo e Villa Carcina sfileranno cacciatori di tutta la zona per far sentire le proprie ragioni, a Brescia, dal piazzale Iveco, partirà una protesta contro questa stessa pratica.
 
Alla base delle motivazioni dei protestanti bresciani, in linea con il pensiero della Brambilla, c’è lo sdegno per l’apertura di una nuova stagione venatoria, che aprirà, appunto domani, domenica16 settembre, e per quella che gli organizzatori della manifestazione non hanno esitato a definire una pratica barbara e crudele, che porta alla morte di milioni di animali.
 
Quello di cui non si parla, però, puntualizzano i cacciatori e gli operatori del settore armiero, sono le migliaia e migliaia di persone che, grazie a questo business hanno un’occupazione e grazie alla caccia lo mantengono.
 
Arriva una risposta, però, ancor più sdegnata, che definisce il bresciano e, in particolar modo, la Valtrompia come “roccaforti della cultura della morte e della violenza ingiustificata da un’inaccettabile tradizione”, parole dure che, probabilmente, troveranno una replica oggi a Sarezzo e Villa Carcina.