Oratori di nuovo protagonisti con una dose di novità
di Andrea Alesci

Domenica 9 settembre si è chiuso l'happening nazionale degli oratori con interventi di professori, psicologi, operatori dell'educazione, genitori. Un evento organizzato dal Foi, presieduto dal lumezzanese don Marco Mori

 
Si è chiuso ieri l’happening nazionale degli oratori che ha visto protagonista insieme a Bergamo la città di Brescia. Un evento organizzato dal Foi (Forum oratori italiani) presieduto da un triumplino, il lumezzanese don Marco Mori (foto 4).
 
Un incontro importante fatto per verificare lo stato degli oratori italiani nella loro versione contemporanea, secondo una visione nuova che non è più fatta soltanto di frullate e ganci al biliardino, barattoli di vetro con i dolcetti e catechismo vecchia maniera.
 
Negli oratori che stanno cambiando a grande velocità c’è spazio anche per Facebook, per i film e i compiti al pomeriggio (qualcuno si ricorda il vecchio Grinv, architettato per far studiare i ragazzi?), per le gite in montagna o al mare, per nuove sfide.
 
Sono 6.500 gli oratori in Italia, perlopiù al Nord e al centro, anche se all’happening era presente anche un oratorio di Scampia dove i ragazzi arrivano prima di tutto per sfuggire alla camorra.
 
Allora gli oratori possono e devono ancora essere un punto di riferimento per i ragazzi e i giovani (nel 2011 l’incremento annuo di presenze negli oratori è stato del 10%), aprendosi però al mondo di oggi e dimenticando le vecchie nostalgie.
 
“Oggi servono nuove sfide – ha sottolineato don Marco Mori –, nuove frontiere e un uso sapiente delle nuove tecnologie a disposizione. Al centro di tutto ci sono sempre i ragazzi, perché l’oratorio è la loro casa come diceva San Giovanni Bosco; l’oratorio è una forza viva dell’Italia e oggigiorno una delle più grandi sfide è quella dell’integrazione, di una convivenza che i bambini sentono naturale e che tutti gli adulti devono prendere a modello, superando pregiudizi e blocchi mentali.
 
Inoltre - aggiunge il sacedote 37enne -, è necessario che gli oratori si parlino fra di loro, che riescano a costruire una rete, che si sentano un unico soggetto disperso in vari luoghi d’Italia”. 
 
Insomma, il buon vecchio oratorio è sempre al centro della vita di bambini, adolescenti e giovani. Saperlo far funzionare è compito di bravi sacerdoti, capaci di aprire le porte, aggiungendo alla tradizione quella giusta dose di nuovo.