Valgobbia, quando nel '600 imperversava già la crisi
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 21 agosto 2012
Anche nella seconda metà del XVII secolo Pieve e Sant'Apollonio dovettero fare i conti con la decurtazione degli stipendi per diminuire le spese del Comune. A riscuotere ci pensava la figura del massaro
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La crisi morde, anzi, azzanna, i debiti incalzano? Un proverbio milanese insinua il rimedio: «Spènder men o risparmià püssè», per i deboli in lingua meneghina:«Spendere meno o risparmiare di più».
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Vale oggi, più che mai, ma vale da quando esiste l’uomo e il denaro. Uno dei risparmi «püssè», non senza dolori ventrali a chi tocca, è il taglio degli stipendi, com’è in parte avvenuto per gli statali.
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Provvedimento di questo tempo sgonfio? No. Per quanto ristretta alla valle lumezzanese, la decurtazione della paga assume significato universale.
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Anno Domini 1645. I due Comuni, Pieve e S. Apollonio, da sempre si «usmano» talmente poco da far cantare gli archibugi nella lite quasi cinquantennale, tra il 1685 e il 1733, a causa dell’omaggio-sottomissione di S. Apollonio da rendere a Pieve, parrocchia madrina.
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All’epoca erano gravati da debiti: consistenti quelli di Pieve, meno grevi quelli di S. Apollonio. Oggi diremmo subito «crisi». Pieve lamentava debiti per 35 mila 452 lire planet; S. Apollonio, più parsimonioso, soltanto 7 mila. Rimedio? Un’ordinazione (oggi sarebbe un decreto d’urgenza montiano) «dell’Illustrissimo ed Eccellentissimo sig. Gerolamo Venier, capitano di Brescia & suo distretto, formate e stabilite con l’autorità dell’Eccellentissimo Senato per il buongoverno de Comuni & estinzione de debiti Censuari».
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Così il capitano, senza tentennamenti, tagliava gli stipendi a sindaci, consoli addetti ai servizi. Per Pieve: l’emolumento annuo del sindaco passa da lire planet 15 a 12, ossia un quinto in meno; quello del console da 30 a 24; i campari (guardie... forestali) da 54 a 44 (cumulativo): il campanaro (figura importante perché le campane avvertivano la popolazione dei principali avvenimenti, nascite, morti, calamità , invasioni, pericoli, festività ) da 15 a 12; idem per i dazieri; il cancelliere del Comune (oggi segretario) da 48 a 40; molinari da 630 lire planet a 144.
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Per S. Apollonio il salario del vicario (reggente) ridotto da 12,6 lire planet a 10; quello del cancelliere da 30 a 24; del console , del «regolator di hore», del campanaro,da45 a 35: quello dei campari da 84,9 a 70.
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Le riscossioni dei dazi, specialmente relativi alla macina di grano e granoturco, erano affidate al massaro del Comune il quale, data la povertà d’allora, spesso incontrava difficoltà nel determinare la somma da versare, ma soprattutto nell’esigerla. Tempi andati, tempi di ritorno.