Cinquanta sfumature di un fenomeno editoriale
di Erregi

Il caso editoriale dell'estate che, stando alle voci, potrebbe anche diventare un film: la trilogia dell'autrice inglese suscita anche accese critiche, ma, nel bene o nel male, se ne parla molto

 
Ingredienti mescolati saggiamente, anche se il risultato finale può piacere o meno: a tratti un libro erotico, a tratti la storia d’amore che tutte le donne, anche se non lo ammettono, sognano o vorrebbero, con tinte forti e accenni di giallo qua e là.
 
La trilogia dell’autrice Erika Leonard James, cominciata nel 2011 con “Cinquanta sfumature di grigio”, si evolve, nel secondo capitolo “Cinquanta sfumature di nero” per concludersi in “Cinquanta sfumature di rosso”, tre libri che, secondo i più maligni, altro non sarebbero che una versione più “hot” e meno “fantasy” della saga di Twilight.
 
Ma c’è tutta la differenza del mondo in quel “più hot” e, probabilmente, è qui che risiede il segreto del successo trascinante della trilogia, che ha scalato le classifiche statunitensi dei libri più venduti in brevissimo tempo, forse grazie al passaparola, al gossip tra ragazze, che ha il potere di passare i confini nazionali.
 
L’intera serie ha già venduto oltre 31 milioni di copie in tutto il mondo, superando perfino il primato detenuto dal decisamente più ingenuo, ma anche molto più magico, Harry Potter. Il segreto? Beh, il sesso, ovviamente!
 
E mica nemmeno così velato: descrizioni esplicite e perversioni, fantasie di dominatori e sottomesse, sadismo e masochismo, ma anche tenerezza, cambi repentini e gli abusi subiti dal protagonista, Christian Grey, durante l’infanzia difficile.
 
A “curare” le manie di possesso, in tutti i sensi, dell’oscuro ma anche accecante Grey è la timida, inesperta, insicura Anastasia Steele, la cui evoluzione, di pagina in pagina, sconvolge e suona un po’ forzata, ma quantomeno, l’eroina femminile di E.L James, sembra essere dotata di un po’ di personalità, cosa che, invece, non si può dire della Bella di Twilight, che in tanti le hanno paragonato.
 
Una lettura leggera, estiva, forse istruttiva per tante donne che, comunque la vediate, sdogana un po’ di bigottismo e porta a qualche interrogativo, certo non esistenziale, ma capace di mettere un tarlo nella testa, nel perbenismo e ridimensionare i “limiti assoluti”, per citare l’autrice, della moralità e della pudicizia umana.