Don Gherardo Amadini: il santo di Tavernole
di Erregi

Una vita di testimonianza come sacerdote e di sacrificio per la sua comunità: don Gherardo Amadini, scomparso nel 1836, viene ancora ricordato come un santo, che salvò Tavernole dal colera

 
Si ripropone il racconto della straordinaria vita di don Gherardo Amadini: dopo che nei giorni scorsi il suo sarcofago era stato riaperto, mostrando a tutta la comunità credente la salma del sacerdote ancora ben conservato, la storia della sua carità torna a passare di bocca in bocca, come testimonianza del coraggio e dell’abnegazione del religioso.
 
Originario di Ludizzo, don Gherardo prende i voti nel 1831, passando subito all’attività catechistica e didattica a Tavernole sul Mella, dove, cinque anni dopo, nel luglio del 1836, un’epidemia di colera mise in ginocchio il comune triumplino, ma non fece vacillare né la fede né il coraggio del sacerdote, che continuò ad occuparsi dei malati e dei moribondi fino a contrarre lui stesso la malattia.
 
Sul letto di morte, secondo i racconti della popolazione, don Gherardo pregò perché la sua morte fosse gradita al Signore tanto da far cessare l’epidemia e, appena qualche tempo dopo, Tavernole riuscì a liberarsi dal colera.
 
Immediatamente, la comunità cominciò a considerare don Gherardo un santo per averla salvata con la sua fede e il suo sacrificio e anche a distanza di così tanto tempo, all’apertura della sua tomba, conservata nellla chiesa di San Filiastro, i fedeli che hanno visitato la sua salma si sono dati il cambio per tutta la giornata, rendendo grazie e pregando fino alla chiusura del mausoleo.