Il canto solitario della «Fonte del Merlo» di Lumezzane
di Fonte: Egidio Bonomi, Giornale di Brescia, 21 giugno 2012

A mezza costa della collina Callora si trova l'unica sorgente presente nella montagna a sud della Valgobbia ancora viva. Sopra la frazione della Pieve ce ne sono altre due, mentre le altre sono ormai abbandonate

 
La fonte del Merlo “canta” più che mai in questo giugno di recenti, abbondanti piogge. E pensare che, un paio d’anni fa, come pure nell’arida estate del 2003, la falda si era talmente abbassata da rinsecchirla.
 
La fonte è l’unica rimasta attiva nelle montagne a sud della valle un fiotto d’acqua chiara, fresca e dolce, come direbbe il Petrarca, destinata a dissetare il passante. La fonte si trova a mezza costa della collina Callora.
 
Grazie alla ripidissima stradetta cementata, costruita dai privati, molti la raggiungono in automobile e le casse delle bottiglie da colmare col rinfrescante zampillo, filtrato attraverso misteriosi, sotterranei sentieri acquatici, arricchito di minerali, leggero, salutare. Accanto alla fontanella una panchina, un sacchetto perla raccolta di bicchieri a perdere o di piccoli rifiuti.
 
Altre due fonti, più abbondanti, sgorgano nella Valle dei Fiori, sopra Pieve: una è stata captata per la sete di Lume, l’altra zampilla solitaria per la sete di chi... ne ha. Altra fontanella, ma ormai abbandonata, malata di muschi e incuria, è quella di Novegno (Noègn), sopra Mosniga, sulla vecchia carrareccia per il Passo del Cavallo.
 
Un tempo dissetava i montanini in passaggio e la grande casa con stalla di fronte, ora semidiroccata (e pericolosa).Oggi accusa soltanto malinconico abbandono. E meno male che almeno il... Merlo, regala ancora il suo liquido cantare.