Un «360» fra le moralità umane
di Andrea Alesci

Il 3 agosto esce negli Usa l'ultimo lavoro di Fernando Meirelles, che porta sugli schermi del cinema il "Girotondo" d'inizio '900 di Arthur Schnitzler: dieci personaggi diversi s'incontrano a due a due con ogni quadro che culmina in un atto sessuale nascosto

 
Tre anni dopo aver trasposto dalle pagine di Josè Saramago allo schermo l’angosciante storia di “Cecità”, torna nelle sale cinematografiche il regista brasiliano Fernando Meirelles.
 
Torna portando una pièce teatrale di Arthur Schnitzler intitolata “Girotondo”, sceneggiata per l’occasione da Peter Morgan e ribattezzata “360”.
 
Una pellicola pronta a fare il suo debutto nelle sale statunitensi il prossimo 3 agosto (ancora sconosciuta la data italiana) con una storia che si addentra fra le morali sessuali che si generano tra le classi sociali più diverse.
 
Una messa in scena che si fa stampella di attori come Jude Law, Rachel Weisz, Anthony Hopkins e Ben Foster per dare corpo a un intreccio che si basa sull’incontro di dieci personaggi appartenenti ad altrettanti condizioni sociali e umane differenti: il conte, il soldato, il giovane signore, la giovane signora, il marito, la ragazzina, la prostituta, l’attrice, il poeta.
 
Dieci diverse situazioni, dieci momenti vissuti a coppie e ciascuno terminante con un atto sessuale che non viene mai mostrato.
 
Un atto che fa da anello di collegamento con il quadro successivo, nel quale uno dei due personaggi si ritrova faccia a faccia con qualcun altro, in un procedere apparentemente senza trama. In un ordito che è somma di differenti mani.
 
Qui sotto il primo trailer.
 

 

Nelle foto, dall'alto in basso: una sequenza del film, la locandina, il regista Fernando Meirelles.