Lumezzane e quei 5 milioni di euro bloccati
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 24 maggio 2012

Il sindaco Silverio Vivenzi fa il punto della situazione circa il Patto di stabilità che di fatto cristallizza delle risorse già destinate alla realizzazione di opere, come il milione di euro per il cimitero di S. Sebastiano-S. Apollonio

 
Il patto di stabilità fa rima con inattività. Nelle casse comunali, per effetto di questa imposizione europea, fatta propria del governo italiano, sono bloccati ben 5 milioni di euro.
 
Soldi destinati agli investimenti che significherebbero lavoro e messa in circolo di risorse. Il sindaco, Silverio Vivenzi, più che lamentarsene, libera un fondo d'amarezza.
 
Sempre per tale patto sono bloccate anche le assunzioni e se su questa voce ci si può anche adeguare senza mugugni, sui soldi fermi si sfiora l'irrazionalità. E spenderli in barba al patto? Eh no, i Comuni che utilizzano quelle somme vengono penalizzati perché il governo taglia i trasferimenti destinati agli enti locali. Insomma, si assiste ad una... magia di questa natura: in cassa riposano cinque milioni, ma non li puoi spendere; lo Stato finanzia i Comuni attraverso i trasferimenti da quando gli enti locali sono stati privati di entrate proprie, così il danno è doppio: non spendo quello che ho e peso sul bilancio dello Stato per quello che mi deve.
 
«Non abbiamo mai speso tanto poco come ora - osserva il sindaco - anzi, abbiamo rimborsato anche 1 milione di euro per azzerare certi mutui. Ora non ne accendiamo e quindi siamo ad encefalogramma finanziario pressoché piatto».
 
I cinque milioni fermi sono ovviamente già destinati: la parte più cospicua (poco più di 1 milione di euro) va al cimitero unico di S. Apollonio-S. Sebastiano, per un piccolo ampliamento e per lavori di ristrutturazione. Poi si rincorrono spese a pioggia che vanno dal miglioramento della viabilità, ai parcheggi, all'abbattimento delle barriere architettoniche, alla depurazione.
 
A questo proposito ecco un'altra perla: le bollette sono appesantite dalla voce relativa alla depurazione, una percentuale che appesantisce la tariffa sul consumo. Lo stabilisce la cosiddetta Legge Galli sulla quale pungolano dubbi d'incostituzionalità per cui le somme raccolte in dieci anni andrebbero rimborsate agli utenti dell'acqua.
 
Ma quanti cittadini hanno conservato bollette tanto risalenti nel tempo? Attorno alla questione la normativa è divenuta talmente complessa, quasi complicata, che tutto è sospeso.
 
«Ovviamente - conclude il sindaco Vivenzi - se domani mattina sorge un problema urgente si spenderà, ma per ora siamo in perfetta linea». Come dire, belli magri pur non mancando i soldi-cibo.