Le ruote idrauliche trovate dal Centro femminile italiano
di Andrea Alesci

L'associazione formata da intraprendenti donne di Lumezzane ha scritto una lettera alle istituzioni locali per segnalare il ritrovamente di due siti archeologici nel Gobbia e per cercare di valorizzarli

 
Pochi giorni fa notizia del ritrovamento da parte del Centro italiano femminile di Lumezzane di alcuni reperti archeologici nell’alveo del torrente Gobbia.
 
Una scoperta che, anche in vista della recente collaborazione all’iniziativa “I colori del Gobbia”, le aderenti al gruppo hanno segnalato in una lettera indirizzata al sindaco Silverio Vivenzi, ai membri della giunta (con particolare attenzione per gli assessorati a Cultura e Pari opportunità) alla Consulta sociale e alla biblioteca.
 
Una lettera nella quale si evidenzia la scoperta all’interno del letto del fiume di due siti molto interessanti, testimonianza della nascita della metallurgia a Lumezzane.
 
“Questi due siti ‘archeologici’ – si evince dalla lettera – sono purtroppo in rovina, parzialmente coperti da detriti e frane. Abbiamo scattato alcune foto per documentare lo stato attuale di queste ruote idrauliche, immagini che sono servite per allestire cartelloni da esporre il 12 maggio, unitamente a riproduzioni in scala (plastici) di autentiche fucine dove i macchinari (magli e mole) venivano azionati proprio da ruote idrauliche”.
 
“L’associazione Cif – continuano a spiegare le associate nel documento –, formata da donne particolarmente sensibili alle problematiche dell’ambiente in cui vivono, conosciuta questa realtà, ritiene opportuno coinvolgere maggiormente la cittadinanza perché vengano salvaguardati questi ultimi due siti di grande interesse storico e ambientale. Infatti, queste ruote idrauliche e i luoghi attorno hanno molto da raccontare: tradizioni, modi di dire, storia, ecologia e anche geologia (presenza di fossili)”.
 
“La  nostra lettera – concludono – è un appello a chi ama il paese e si interessa del suo futuro, investendo sui giovani e sulla cultura, soprattutto  attraverso la scuola. Sollecitano, pertanto, interventi per il recupero, la salvaguardia dell’ambiente, per rendere accessibili questi luoghi alla visita e anche alle passeggiate in una valle che, se valorizzata, sarebbe pittoresca”.
 
Una Valgobbia i cui problemi ed errori ammassatisi nel passato non possono essere d’ostacolo all’intraprendenza di chi vive nel presente volendo credere in un domani migliore.