C'è sempre la cultura alla base di una nuova economia
di Andrea Alesci

Nell'intervista a Diego Toscani, imprenditore saretino a capo di promotica srl alcuni princìpi base per un'impresa che sappia far fruttare i propri talenti, da un solido business plan a un diuturno occhio indagatore

 
Non c’è egemonia economica dell’uomo che non sia supportata e anticipata da una visione culturale nuova. In quest’ottica la scorsa settimana è stata inaugurata alla presenza del critico d’arte Philippe Daverio la nuova sede della Demo, sezione di creatività/comunicazione della Promotica guidata da Diego Toscani. Una sfida vincente in un difficile momento di congiuntura economica.
 
“Spesso – dice Toscani – noi italiani abbiamo la memoria corta, e ci dimentichiamo che già dal ‘300 passando per il Rinascimento e arrivando all’affermazione moderna degli Stati Uniti d’America i successi economici hanno sempre seguito quelli in campo culturale. Oggi non possiamo più puntare a una crescita monodimensionale, non può essere solamente tecnica, ma deve permeare l’individuo globalmente. Anche quando scelgo i miei collaboratori mi interessa che siano persone complete, con una cultura generale medio-alta, perché solo così si riesce ad aggiornarsi più velocemente e ad essere più competitivi”.
 
Un modo di fare impresa che diventa così una ricetta di successo, basandosi su alcuni semplici e chiari principi.
 
“Per noi – prosegue Diego Toscani – sono punti vincenti l’impegno costante, l’attenzione a tutti i dettagli e un ottimismo realistico, ossia la capacità di leggere la situazione con un punto di vista positivo; infine, la cosa più importante: un solido business plan che consenta di non improvvisare nulla. Dico sempre che una delle doti principali che un imprenditore deve possedere è il torcicollo, non deve mai essere stanco di guardarsi intorno. Deve saperlo fare con occhio curioso, analizzando i casi di successo con sguardo indagatore".
 
"Se devo allargare il discorso alla Valtrompia, posso notare come si stiano evidenziando gli estremi: aziende eccellenti che lo diventano sempre più e aziende mediocri che tendono a scivolare sempre più indietro. Forse dovremmo capire di essere affamati prima di essere obbligati a questa condizione”. Ed è la cultura che ci fa riflettere, che ci fa capire quali mosse compiere in anticipo.