Come funziona la Pet Therapy?
di Erregi

Si parla di Pet Therapy quando la guarigione del paziente o il suo benessere sono aiutati dalla presenza di animali domestici che portano affetto, buonumore e speranza

 
Sono molte le cose che i nostri piccoli animali domestici, cani, gatti o conigli che siano, possono fare per noi, ma va ricordato che la Pet Therapy non si riduce all’accostamento di un animale da compagnia a un paziente, perché si verifichino progressi o miglioramenti nelle sue condizioni.
 
I cani, ad esempio, devono essere adeguatamente addestrati e devono saper convivere pacificamente con altri animali, oltre che avere buona memoria e un’indole tranquilla. In molti casi, infatti, proprio il carattere docile del cane serve a migliorare le condizioni di una persona con problemi comportamentali di aggressività o attacchi d’ira.
 
Compito dell’animale è comprendere la psicologia del soggetto a cui viene affiancato, comprendere quando quel comportamento errato sta per verificarsi e, cercare di calmare il paziente, portando, contemporaneamente, benefici psico-fisici e uno stato di maggiore calma.
 
Destinatari maggiori della terapia con gli animali sono bambini, anziani e diversamente abili che, anche a livello inconscio, percepiscono i messaggi non verbali trasmessi dall’animale che li mettono nelle migliori condizioni possibili per la risoluzione di stati d’animo negativi.
 
Anche le persone con problemi nel processo di socializzazione o di apprendimento possono godere della vicinanza di un animale, che si rivela davvero efficace, anche se spesso in modi incomprensibili, nel migliorare una condizione di disagio che i pazienti non riescono a risolvere attraverso la presenza di esperti a due zampe.
 
Ad esempio, un ragazzo “violento” impara a non superare i limiti dell’educazione, cominciando a correggere i propri comportamenti nelle sedute di Pet Therapy per poi, col tempo, traslare questo nuovo comportamento, perfezionato, sulle persone che lo circondano nella vita di tutti i giorni.
 
Non ci sono basi scientifiche certe, né linee guida ben precise, ma è provato che molti dei soggetti che non si fanno grandi scrupoli nel comportarsi con aggressività nei confronti della famiglia, ad esempio, trovano molto più difficoltoso essere maneschi verso un animale, dal quale si lasciano facilmente intenerire.
 
La psicologia canina o felina, quindi, sembrano vincere su quella umana: il caratteraccio di certi animali a due zampe può essere reso innocui con un percorso ben strutturato e serio a fianco di un terapista a quattro zampe, ma con un gran cervello e un gran cuore.