Ogni giorno dovrebbe essere la «Giornata della Terra»
di Andrea Alesci

Oggi si celebra in 175 Paesi la giornata dedicata la pianeta che abitiamo, con manifestazioni e attenzioni particolari alla cura delle aree verdi. Un'iniziativa nata nel 1970, ma alla quale va dato seguito ogni giorno nell'agire ordinario

 
Un ideale unica voce a levarsi dal nostro pianeta per salvaguardare se stesso. Una “Giornata per la Terra” che quest’anno coinvolgerà circa 500 milioni di persone in oltre 175 Paesi del mondo.
 
Ecco le potenzialità della globalizzazione totale, che si manifesta in eventi di grossa portata pronti a collegare con la velocità del bit postanti distanti migliaia di chilometri l’uno dall'altro.
 
Così, invisibili fili s’intrecceranno su tutta la globosfera terrestre per sensibilizzare a un comportamento sempre più responsabile, un comportamento che nei gesti quotidiani e nelle piccole cose può voler dire tanto per la conservazione della Terra. Si tratta della 42° edizione da quando nel 1970 il senatore statunitense Gaylor Nelson lanciò il primo Earth Day.
 
Una giornata che vedrà l’Italia protagonista come tanti altri Paesi con concerti e manifestazioni, ma soprattutto con l’occhio di bue mediatico rivolto sull’Osservatorio ambientale creato per monitorare le zone verdi attraverso una campagna fotografica e tante altre iniziative di pulizia delle aree verdi.
 
Tante piccole cose possono aiutare a curarsi della Terra, purché lo straordinario diventi ordinario. Purché il carrozzone mediatico dell’evento non sia fine a se stesso.
 
Per questo, il “Giorno della Terra” dovrebbe essere tutti i giorni, perché ogni giorno la abitiamo, troppo spesso senza curarcene. Forse, sarebbe meglio non spendersi in alcuna celebrazione, bensì rendere l’oggi migliore di ieri e sempre un passo indietro al domani.