Fioccano le polemiche per la moschea
di Erregi

La Lega non ci sta: è convinzione del Carroccio che l’amministrazione gardonese non avesse gli estremi legali per concedere lo spazio della ex Bernardelli al centro culturale Al Ummah

 
Da una parte la legge n. 383 del 2000, articolo 32 che legittima le associazioni culturali a creare i propri centri in zone artigianali senza che il Consiglio comunale debba cambiare destinazione alla zona stessa e dall’altra, la legge regionale 12 del 2005 che specifica che le associazioni che prevedono al proprio interno anche luoghi di culto sono obbligate, invece, a passare per il Consiglio.
 
Quelle che sembravano essere buone nuove per la comunità musulmana gardonese e triumplina, si trasformano, invece in lotta politica che, promette la Lega, potrebbe finire davanti al Tribunale amministrativo regionale.
 
A gettare benzina sul fuoco, poi, ci sono i dubbi sollevati dal Carroccio sull’effettiva natura culturale del centro Al Ummah: sembra, infatti, che non vada giù, ai leghisti, che le iniziative dell’associazione siano prettamente rivolte alla comunità islamica e portate avanti esclusivamente attraverso l’uso dell’arabo, sfavorendo la vera integrazione.
 
A pensarci, però, si trova qualche somiglianza con la storia del bue che dice cornuto all’asino: è davvero così legittimo criticare la comunità islamica per le sue difficoltà a integrarsi e aprirsi quando la Lega stessa non vuole, chiaramente, concederle lo spazio di cui avrebbero bisogno, dimostrando altrettanta chiusura?
 
Certo, anche i gestori delle fabbriche che sorgono attorno a quella che dovrebbe essere la nuova moschea hanno manifestato scontento: i parcheggi verranno drasticamente ridotti a causa della presenza di fedeli musulmani, ma sono in molti a pensare che la stessa riduzione si sarebbe verificata se, in quello stesso spazio, avessero aperto altre attività, con clienti, fornitori e lavoratori che, ovviamente, avrebbero sfruttato allo stesso modo molti dei 38 posteggi disponibili.
 
Certo la chiarezza è poca, ma, nel dubbio, è sempre bene ricordare che la libertà di religione, qualsiasi essa sia, è un diritto sancito dalla nostra Costituzione.