Produzione industriale, ulteriore recupero a febbraio
di red.

La produzione industriale manifatturiera bresciana ha registrato nel mese di febbraio un ulteriore recupero, dopo la leggera crescita rilevata nel mese precedente.

 

L’attività produttiva è aumentata per 33 operatori su 100, con un saldo positivo del 19% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione. I consumi energetici sono cresciuti per 31 imprese su cento, con un saldo positivo del 14%.

È quanto emerge dall’indagine congiunturale svolta dal Centro studi Aib, effettuata mensilmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.

L’andamento per classi dimensionali denota un deciso incremento della produzione nelle imprese medio grandi e nelle grandi; un incremento più contenuto nelle piccole e nelle medie imprese; un decremento nelle micro imprese e in quelle di maggiori dimensioni.

L’utilizzo degli impianti riflette solo in parte l’andamento dell’attività produttiva, con una quota del 25% delle imprese che dichiara di averlo aumentato. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato basso dal 37% delle aziende.

Le vendite sul mercato nazionale hanno subito una flessione, con un saldo negativo del 10% tra operatori che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi UE hanno registrato un saldo negativo dell’1%; quelle nei Paesi extra UE hanno invece fatto rilevare un saldo positivo del 7%.

Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime risultano sostanzialmente adeguate alle esigenze dalla maggioranza degli operatori. La manodopera è rimasta invariata per l’86% delle aziende.

Le previsioni a breve termine sono leggermente negative: per la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è di meno 3%. Le prospettive sull’utilizzo degli impianti risultano in flessione per il 19% delle imprese. La forza lavoro è prevista stabile dal 78% delle aziende, in aumento dall’8% e in diminuzione dal 14%.

Gli ordini dal mercato interno sono attesi in contrazione dal 29% delle aziende, con un saldo negativo del 16% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE presentano un saldo negativo dell’11%; quelli dai Paesi extra UE un saldo positivo del 5%.