L’avventura cilena di Valentina
di Erregi

Dopo il volontariato in Burundi e Bolivia, dopo l’esperienza come educatrice all’oratorio di Marcheno, dopo la laurea in Scienze dell’educazione a Verona, Valentina Porteri diventa “casco bianco” in Cile

 
Sarà un lungo viaggio, quello che Valentina Porteri, marchenese trapiantata a Gardone da qualche tempo, ha cominciato una decina di giorni fa: fino al prossimo gennaio 2013 resterà a Valdivia, piccola comunità cilena a sud di Santiago, dove metterà a frutto i propri studi e le esperienze precedenti.
 
Impegnata da molti anni nel volontariato e decisa a mettersi alla prova e crescere come persona, grazie all’associazione “Papa Giovanni XXIII” ha potuto concretizzare i suoi desideri. Arrivata in Cile da circa una settimana, Valentina sarà già alle prese con i bambini e ragazzi della Casa Famiglia in cui è ospite, creata per i molti ragazzi difficili della zona, senza famiglia e, spesso, senza futuro.
 
Valentina si occuperà anche del progetto Dopo Scuola, grazie al quale anche le famiglie di contadini e pescatori più impegnate nel pesante lavoro quotidiano, potranno garantire istruzione ai propri figli, che verranno seguiti nel loro percorso formativo da volontari capaci.
 
Accanto al progetto più strettamente educativo, però, Valentina dovrà anche rimboccarsi le maniche e darsi al lavoro pratico. Dopo la generosa offerta che la comunità di Valdivia ha fatto alla Casa Famiglia, donando un appezzamento di terreno, servono mani in più che portino avanti il progetto agricolo e di allevamento.
 
Ma non sembra il tipo che si arrende, Valentina, già soprannominata “casco bianco” della Valtrompia: la sua è una missione di pace, volta a tessere rapporti di cooperazione internazionale non solo civile, ma amichevole e fruttuosa, come nelle vere intenzioni dell’Associazione “Papa Giovanni XXXIII”.