Finalmente a casa
di red.

Un cospicuo patrimonio artistico del valore commerciale di 2 milioni di euro è stato recuperato dal Reparto Operativo del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

 
Il Comando Carabinieri Tutela e Patrimonio Culturale in collaborazione con le autorità statunitensi ha recuperato straordinari reperti archeologici del valore commerciale complessivo di circa 2 milioni di euro.
 
Tra i reperti, appartenenti al patrimonio culturale italiano, affiorano: una statua romana acefala raffigurante la dea Fortuna (altezza cm 163) risalente al II secolo d.C. in marmo cristallino bianco, rubata a Fiumicino nell’ottobre 1986 e una statua femminile panneggiata di divinità (altezza cm 175), risalente al I sec. d.C. in marmo bianco, scavata illecitamente in Italia e esportata all’estero.
Entrambe le statue sono state spontaneamente restituite all’Italia, in quanto di provenienza illecita, in seguito alle prove fornite da una Società statunitense Humana Inc, che le aveva acquistate per esporle, da una Galleria di New York nel 1984.
 
Centosettanta tra reperti archeologici interi e frammentati si vanno a inserire nella lunga lista di beni recuperati restituiti dal Princeton University Art Museum: si tratta di un askos, due statuette di donna, un pithos e 166 frammenti. In restituzione dal Metropolitan Museum di New York 40 reperti archeologici frammentati, riconducibili a una collezione privata di un cittadino americano, deceduto.
 
Recuperati anche un bronzetto romano alto 18 cm risalente al I sec. d.C. conosciuto come la Venere di San Giovanni in Perareto individuato nella galleria di un antiquario newyorkese, una pergamena antica, di cui si erano perse le tracce, costituente un atto notarile del 1603, custodita, un tempo, nell’archivio di stato di Bari e rinvenuta dal personale dell’FBI di Chicago.
 
Infine un corredo funerario in bronzo, costituito da 2 collane, 5 bracciali, 1 fibula e vari pendagli, tutti di epoca compresa tra l’VIII e il VII secolo a.C., consegnati spontaneamente da un artista contemporaneo americano grazie alla collaborazione del Consolato Generale d’Italia in New York.