Quei «Frammenti africani»
di Andrea Alesci

S'intitola così il libro fotografico che il 34enne Damiano Rossi ha presentato nell'insolita cornice del santuario di Sant'Emiliano poche settimane fa, prima di ripartire per il continente africano, dove starà altri quattro anni

 
Andare, capire, raccontare è lo spirito del giornalismo. Damiano Rossi, in visita le scorse settimane per presentare il suo ultimo progetto al santuario saretino di Sant’Emiliano, sta cercando di farlo, per mostrare anche a chi non cammina nell’antico continente qualche sfumatura, qualche storia, qualche appiglio per “vedere” l’Africa.
 
“Sono partito nel 2008 – racconta il 34enne di Coccaglio – insieme a mia moglie, destinazione Mivo (Burundi) per un progetto dello Svi di Brescia. Poi ho iniziato a girare, macchina fotografica a tracolla, tanti pensieri in testa e quel desiderio di trasformare una passione (per la fotografia) in una professione. L’invio di alcuni miei scatti a due agenzie di stampa, una americana e una tedesca, e il principio di un mestiere che sto cercando di costruirmi giorno dopo giorno. Quindi, il primo reportage raccolto in un libro che ho presentato nello scorso mese di dicembre in Italia”.
 
Un volume di 140 pagine intitolato “Frammenti africani” con una serie di fotografie che il giovane fotoreporter franciacortino ha raccolto e inserito senza alcun commento, e che ora sta cercando di promuovere.
 
“Il libro – spiega Damiano Rossi – ripercorre i quattro anni vissuti in Africa, girando tra Liberia, Burundi, Uganda, Sud Sudan, Zambia, Namibia, Nigeria. Proprio qui sono stato testimone dell’incomprensibile e apparentemente irrisolvibile situazione del Delta del Niger: la scoperta di un pozzo nel 1956 da parte della Shell, i sabotaggi dei ribelli del Mend, le promesse disattese delle multinazionali, la miseria in cui vivono comunità come quelle dell’Ogoniland. Poi le elezioni in Sud Sudan e le diuturne guerre civili, le divisioni etniche del Burundi, il traffico di organi che riguarda gli albini, le vittime nelle cave di pietra dell’Uganda. Un’Africa che atterrisce per le divisioni, le forme di neocolonialismo, le spartizioni a tavolino, ma un’Africa che sa anche spalancarti il cuore con la stupenda storia della tribù Himba e una purezza conservata in uno sperduto villaggio nella Namibia settentrionale”.
 
Proprio in questi giorni Damiano Rossi è tornato in Africa con sua moglie, dove trascorrerà i prossimi quattro anni, tenendo come base la regione nordorientale della Karamoja in Uganda e iniziando di nuovo a girare.
 
Per incoraggiarlo nel suo lavoro c’è il libro che già dal titolo (“Frammenti africani”) non ha la pretesa di spiegare l’Africa, ma soltanto di aprire gli occhi come ha saputo fare il giovane fotoreporter franciacortino dietro l’obiettivo di una macchina fotografica, con quel clic che è soltanto sigillo finale di un tortuoso percorso di ricerca fra gli inesauribili punti di domanda dell’Africa.
 
Il libro può essere acquistato (costo 30 euro, edizioni Pulp) rivolgendosi direttamente a Damiano Rossi con un’e-mail a damymivo@gmail.com.
 
Per ulteriori informazioni sui lavori svolti e su quelli in corso è possibile visitare lo spazio web damianorossiphotojournalist.blogspot.com
 
Nelle foto, dall'alto in basso: la tribù dei Karimojong, la situazione nel Delta del Niger, la copertina di "Frammenti africani", il fotoreporter Damiano Rossi.