Il sistema idrico della Valgobbia
di Redazione

Egidio Bonomi appronta una riflessione sul territorio lumezzanese e sulla sua eventuale tenuta a un'alluvione come quella che nei mesi scorsi ha colpito alcune province di Liguria e Toscana

 
IL SISTEMA IDRICO DELLA VALLE è in grado di tenere in caso di piogge torrenziali? La domanda (fiorita soprattutto dopo le già dimenticate alluvioni a Genova e in Toscana) non è peregrina perché Lumezzane ha già patito qualche inondazione. I molti corsi d'acqua che interessano la valle attraversano gli abitati.
 
SE SI GUARDA ALL'IDROGRAFIA c'è di che smuovere molta attenzione. Il territorio, sovrastato da montagne a Nord e a Sud, è innervato da otto reticoli idrici minori e da due bacini idrografici di corsi d'acqua sempre considerati minori. Niente di particolare se si trattasse di territorio libero da costruzioni, ma si dà il caso che Lumezzane sia fortemente urbanizzato e che per ottenere spazio si siano coperti in parte o totalmente (altra unicità) un numero rilevante di corsi d'acqua, Gobbia compreso.
 
BASTI RICORDARE i principali: a S. Apollonio la Val de Put è attraversata da un tombotto lungo mezzo chilometro che da Sonico Alta sfocia a Montagnone, direttamente nel Gobbia. Sopra insiste la piazza Paolo VI. Il tunnel (alto circa tre metri e largo due) scorre ad una profondità di oltre cinquanta metri. 
 
ALTRA PIAZZA OTTENUTA eliminando il naturale sfogo dell'acqua, quella della Vezzola il cui tombotto sfocia pure nel Gobbia. A S. Sebastiano il tombotto della zona Rossaghe insiste sul vasto complesso commerciale della Curva dei Matìe. A Pieve i tombotti del Regnone Basso e Alto. Al Villaggio Gnutti quello della Brignasca le cui ripe sono disseminate di case e officine.
 
SI STA PARLANDO dei principali perché il reticolo dei secondari è chilometrico. Sul fondovalle il Gobbia è stato coperto per ottocento metri dalle allora Armerie Gnutti ora Trafilerie Ghidini. Cento metri più a sud, dopo lo scorrimento a cielo aperto d'un breve tratto (praticamente l'intera curva dei Fretadì) il torrente s'intuba sotto l'ex stabilimento Almag, oggi Ernesto Berna. Finora non sono accaduti disastri idrici di rilievo salvo l'alluvione del 13 luglio 1981 - non dovuta però all'incapacità di smaltimento dei tombotti - con asfalti sollevati, tombini saltati, l'allagamento dei due vecchi cimiteri e delle abitazioni in via Valsabbia.
 
TUTTAVIA quello che è successo in Liguria e in Toscana può richiamare l'attenzione circa il monitoraggio dei tombotti, perché è certo lontanissima l'alluvione del 14 agosto 1850, ma è avvenuta e di portata inaudita per cui nulla impedisce che possa ripetersi, pur facendo mille scongiuri. A quel tempo, il Regnone gonfio travolse un mulino e sei officine sotto Piatucco. In località Termine portò via il ponte e un'altra fucina. 
 
 
Fonte: Egidio Bonomi, "Giornale di Brescia", 15 gennaio 2012.