Il «Moretti» racconta Auschwitz
di Erregi

Una serata di considerazioni dopo la toccante esperienza del “Treno della Memoria” di un gruppo di studenti del liceo gardonese: perché dimenticare sarebbe come giustificare l’Olocausto ed appoggiare le scritte fasciste comparse sui muri del liceo proprio al ritorno dei ragazzi da Auschwitz

L’esperienza della visita ad un campo di concentramento è qualcosa che fa cambiare, che deve far cambiare. Si riflette su quante persone, in un passato nemmeno troppo remoto, hanno calpestato quella stessa terra, diretti verso una morte quasi certa, dopo mesi di “non vita” e sofferenza, abbrutiti e resi poco più che umani, si riflette sulla malvagità di cui siamo capaci, tutti noi, e sull’ignoranza, sul disprezzo, sulla gelida indifferenza di cui si è resa protagonista la nostra specie, in tutte le guerre della nostra storia, in tutti i luoghi della terra, per qualsiasi motivo e in qualsiasi epoca.

Si riflette sull’importanza di estirpare le follie nazi-fasciste ed antisemite dalle molte menti che ancora ne sono viziate e su quanto sia vitale non dimenticare e non permettere che la storia si ripeta, a tutti i costi. Perché il detto “la storia è maestra di vita” vale soltanto per coloro che sono disposti ad imparare dagli errori commessi e che hanno il buonsenso di cambiare idea e la maturità per evolversi.

È con questi ideali, forti, alla sua base, che è stata organizzata la serata di oggi, dal titolo “Nelle Tenebre”,  patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Gardone VT. L’appuntamento con le storie dei ragazzi del Moretti, che racconteranno le proprie impressioni sulla gita didattica ad Auschwitz, è al Cinema Teatro di Inzino alle 20.45 e l’ingresso è libero, ma anche gradito e, per molti, potrebbe essere illuminante.

C’è da sperare che i responsabili delle scritte, apparse qualche mese fa sui muri del Moretti, inneggianti al nazismo e all’ordine nuovo che avrebbe portato con sé, siano presenti alla serata e, magari imparino qualcosa dall’esperienza dei ragazzi che vivono la scuola che si sono permessi si imbrattare e che, pur non volendo fare politica, deve, per forza di cose, insegnare il rispetto dell’altro e crescere studenti con una precisa idea di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.

La Giornata della Memoria dovrebbe essere occasione di riflessione su tutte le stragi, politiche, religione, razziali ed economiche, con cui l’umanità si è sporcata le mani, senza mai imparare quanto valga una singola vita umana. Questa serata non sarà una lezione di storia, ma una lezione di vita.

Nella foto: uno striscione appeso ai muri del Moretti, dopo la comparsa e l'immediata cancellazione delle scritte nazi-fasciste.