Nel nome di padre Ottorino Marcolini
di Andrea Alesci

Va in scena stasera alle ore 20.30 alla Sala Colonne di Bovezzo lo spettacolo "Chel Mòtom che el va gné a inciodàl” sull'opera compiuta dal presbitero bresciano. In scena per 50 minuti l'attore Andrea Manni

È la volta di “Chel  Mòtom che el va gné a inciodàl” anche in Valtrompia. Approda così nella valle del Mella lo spettacolo che caratterizzò la scorsa edizione di “Natale nelle Pievi”, dedicato alla storica e importante figura di padre Ottorino Marcolini.
 
Ad ospitare gli attori dell’associazione culturale “Briganti teatranti” è stasera la Sala Colonne di via Vittorio Veneto 13 a Bovezzo, con inizio alle ore 20.30.
 
Uno spettacolo che cerca di riportare davanti agli occhi di tutti gli spettatori l’opera di padre Marcolini, il quale seppe regalare a quella Brescia cui era tanto affezionato un sogno poi diventato realtà: una casa per tutti e il fondamentale progetto dei villaggi.
 
Per cinquanta minuti sarà Andrea Manni a reggere la scena, interpretando un testo scritto da Tonino Zana nel quale vengono riproposti i temi della nostra storia territoriale. Il trasferimento di moltissime famiglie dalla Bassa dal lavoro delle campagne in città per il richiamo dell'apertura dell'OM e l'immediata necessità, per loro, di disporre di un'abitazione: questo il problema che si pose al prete-muratore, questo il problema che si pose all'uomo di fede, che rifiutò l'idea del quartiere-dormitorio, dell'anonimato di un abitare che distrugge le relazioni umane. La soluzione, condivisa da tutti i protagonisti di allora, fu la posa della prima pietra del Villaggio Violino, primo di cinque.
 
Come ci si arrivò, rapportandosi con le banche, per la concessione dei finanziamenti, piuttosto che con l'amico fraterno papa Paolo VI, è una storia che si sviluppa in scena toccando in chi assiste le corde della memoria e dell'emozione.
 
Ad accompagnare l'azione il coro "Alte Cime" della sezione Ana di Brescia, in ricordo di ciò che padre Marcolini seppe essere anche in tempo di guerra, dai momenti delle battaglie a quello della reclusione in lager, tra commilitoni che considerava né più né meno che fratelli.
 
Per maggiori informazioni consultare il sito web della rassegna (www.natalenellepievi.com) o chiamare l’associazione al numero 340.5066959.