Vento in poppa per il Maniva
di Erregi

Pioniere dell’esperimento con l’eolico è Imerio Lucchini, proprietario degli impianti sciistici della località, che sogna di farli funzionare con energia verde

Installato qualche settimana fa un altro anemometro per la rilevazione di velocità e direzione del vento in località Dasdana, proprio accanto all’arrivo delle nuove seggiovie. Già due anni fa, l’imprenditore triumplino aveva montato, grazie ad una ditta danese, un anemometro per lo studio dell’attività ventosa, verso la località Grapa di Vaia, ma con risultati contraddittori.

Infatti, il primo anemometro, fu montato in una zona poco esposta, e i risultati di due anni di studio, sono, se pur, di poco, al di sotto dei parametri di fattibilità per la sistemazione di vere e proprie pale eoliche per lo sfruttamento dell’energia. Lucchini spera quindi che, essendosi spostati, per questo secondo tentativo, in una zona decisamente più esposta, i dati raccolti nel prossimo anno saranno positivi e ci sia la possibilità di passare al montaggio di mulini.

L’idea di Lucchini, inoltre, sarebbe quella di spostare il primo dei due anemometri in una terza zona, apparentemente più proficua, per potersi davvero rendere conto delle potenzialità dell’intera area e per ricevere dati il più possibile dettagliati ed attendibili.

Fatto positivo, oltre all’attenzione per l’energia pulita, è che la ditta che si occuperà di rilevare i dati per Lucchini, è di Gardone VT, o meglio, ha una filiale nel comune valtrumplino. Parliamo di TecnoGaia, con sede anche a Milano e Lecco, che da circa 11 anni si occupa di installazione di anemometri per lo studio del vento, ma anche di montaggio delle vere e proprie torri per l’eolico, una volta che i dati forniti giustificano l’intervento. Circa 150 sono le stazioni attive in tutta Italia, ma la loro attività è prolifica anche all’estero, con stazioni anche in Albania e Romania.

Il gioco di squadra delle due realtà industriali della nostra Valle, fa ben sperare in un futuro più verde per gli impianti sciistici del Maniva e, magari, potrebbe servire da buon esempio per altri. Nel frattempo, anche i più scettici e i più preoccupati per l’ambiente sono stati tranquillizzati dalle parole di Lucchini.

“Il progetto non è saturare il Maniva con pale eoliche, anzi, la priorità resta la difesa del patrimonio ambientale e la salvaguardia delle nostre straordinarie montagne, ma il sogno - continua - sarebbe quello di conciliare il progresso con la tutela dell’ambiente”.

Per ora, nessuno potrà lamentarsi: l’impatto ambientale dell’anemometro installato in Dasdana è minimo; la torre ha un’altezza di 30 metri, ma un diametro di soli 150 cm. Verso la vetta dello strumento, anemometri e banderuole inviano i dati sull’attività ventosa ad un acquisitore, che a sua volta, grazie ad un modem, li invia a TecnoGaia via e-mail. Ai tecnici della ditta, quindi non rimane che riconvertire i dati in indicatori e valutare la situazione.

Per una valutazione davvero completa ed attendibile, l’anemometro dovrà rilevare dati per almeno un anno, tempo necessario per farsi un’idea delle caratteristiche del vento che soffia sulla zona nell’arco di tutte e quattro le stagioni. I primi passi sono stati mossi, ora aspettiamo notizie e ci auguriamo che siano positive.

Fonte: Greta Rambaldini, “Giornale di Brescia”