«La chiave dell'ascensore» e i silenzi delle donne
di Andrea Alesci

Martedì 29 novembre alle ore 20.45 va in scena a Lumezzane lo spettacolo realizzato da Sara Poli, Laura Mantovi e Beatrice Faedi su un testo del 1999 della scrittrice Agota Kristof

Un formidabile tris di donne della scena bresciana si riunisce martedì 29 novembre sul palcoscenico del teatro Odeon di Lumezzane per uno spettacolo coraggioso e intenso, tratto da un testo crudo ed essenziale di Agota Kristof. Saranno Beatrice Faedi, Laura Mantovi e Sara Poli (regista dell’opera) a recitare in “La chiave dell’ascensore”, tratto da un romanzo della scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, che è scomparsa lo scorso 27 luglio.
 
Così, dopo il successo ottenuto con “Annabella Wharton” al festival riminese “Le voci dell’anima” (primo premio, critica e pubblico), le tre attrici bresciane saliranno martedì 29 novembre alle ore 20.45 sul palco lumezzanese per una pièce che cerca di mettere a fuoco, tra tocchi di humour nero e accenti drammatici, una condizione femminile segnata dalla violenza e dalla sopraffazione.
 
“A pochi giorni di distanza dalla ‘Giornata internazionale della violenza sulle donne’ – dice Sara Poli – metteremo in scena la storia drammatica di una donna tenuta sotto sequestro dal marito, che con l'aiuto di un medico compiacente infierisce su di lei sottoponendola a orribili mutilazioni. Un testo che si costruisce sulla figura della donna straziata, resa cieca, privata dell’uso delle gambe, alla quale rimane la voce per gridare al mondo la sua terribile vicenda e per denunciare i soprusi subiti. E in un racconto a tratti dolcissimo e pieno d’amore, concessioni e attenuanti, il silenzio è il primo nemico”.
 
Una storia intensa dove protagonisti sono un uomo, una donna e un sentimento forte che li unisce, mentre le immagini cominciano a scorrere e di pari passo iniziano le violenze, violenze che paiono giustificate e alle quali la donna non si ribella. “Soltanto quando lui – aggiungono le tre attrici – l‘amato carnefice, minaccia di toglierle anche l’uso della parola, finalmente accade qualcosa di terribile, estremo, assoluto. Noi, che spesso giochiamo con il suono della nostra voce, ora vorremmo regalarla a tutte quelle donne che per infiniti motivi hanno deciso di tacere. E vogliamo farlo, perché l’arte è comunicazione, è empatia, è farsi carico delle storie altrui e trasformarle da vissuto personale a vissuto universale. Ci sono decine, centinaia, migliaia di storie tutte diverse e tutte drammaticamente simili che non sapremo mai, perché la paura e la vergogna sono striscianti e onnipresenti. E allora prendiamo in prestito le immagini e le parole di Agota Kristof per farci carico di tutti questi silenzi. Di tutte queste storie terribili che ci fanno sentire fragili prede in balia di una violenza assolutamente inaccettabile eppure ormai parte onnipresente delle nostre pagine di cronaca e delle nostre vite”.
 
Uno spettacolo che vuole squarciare veli di silenzio spesso insospettabili, trovando ragione anche nei dati Istat che al 21 luglio 2007 (ultima ricerca ufficiale) dicono che in Italia il 31,9% della donne tra i 16 e i 70 anni abbia subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.
 
Per informazioni chiamare il teatro Odeon al numero 030.820162 (orari di apertura del teatro) o allo 030.3759792 (orari d’ufficio), altrimenti contattare direttamente la regista Sara Poli al 338.3393643 o Laura Mantovi al 345.6023431. Dopo la data lumezzanese di martedì 29 novembre, lo spettacolo verrà replicato sabato 3 dicembre alle ore 20.30 al teatro Libero di San Polino in via Bazoli 89 a Brescia (info allo 030.302696).
 
Nella foto: Beatrice Faedi, la regista Sara Poli e Laura Mantovi.