Settimana nera per i trasporti
di red.

Da questa mattina alle 6 lo sciopero per 24 ore del trasporto pubblico. Da domani sera pompe chiuse ai distributori di benzina.

 
Brutte notizie per chi deve muoversi.
Oggi non lo potrà fare con i mezzi pubblici.
Da domani sera scatteranno invece i primi tre giorni di sciopero dei benzinai e rimarranno chiuse le oltre 500 pompe di città e provincia fino alle 7 di venerdì 11 (in pratica per le intere giornate di mercoledì e giovedì).
Diversa la tabella di marcia della protesta sulle autostrade, con gli impianti nelle aree di servizio che chiuderanno dalle 22 di martedì alle 6 di venerdì 11.
 
Lo sciopero dei trasporti pubblici di 24 ore è stato deciso a livello nazionale dall'Unione sindacale di base (Usb) e ad ogni modo verranno rispettate le fasce di salvaguardia previste dalla legge.
Trasporti Brescia Nord fa sapere che alcune corse potranno saltare prima delle 6, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 24 nella sottorete Valtrompia-Garda-Valsabbia. E così per tutte le altre linee.
 
Quanto ai benzinai, i sindacati Faib, Fegica e Figisc hanno annunciato un pacchetto di 15 giorni di sciopero in cinque tranche di tre giorni l'una.
La prima scatta questa settimana e l’adesione si annuncia massiccia.
Funzioneranno i self service, ma solo finchè ci sarà benzina nelle cisterne.
C’è ancora la possibilità che lo sciopero possa essere revocato: tutto è affidato ad un incontro che avrà luogo domani fra i sindacati ed il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia.
 
I benzinai si lamentano nei confronti del Governo per le mancate risposte in merito ad una serie di provvedimenti attesi da tempo: la riforma della distribuzione carburanti, tesa ad aumentare l'efficienza del sistema e ad abbatterne i costi; la soppressione del provvedimento di deduzione forfettaria (il cosiddetto Bonus fiscale), che porta i benzinai ad incassare e riversare nelle casse dello Stato, a proprie spese e assumendosene i rischi, circa 38 miliardi all'anno in termini di accise e Iva.
 
Il mancato rinnovo del Bonus, dicono i sindacati, "costringerebbe alla chiusura migliaia di piccole gestioni, mettendo sul lastrico le imprese, le loro famiglie, i loro dipendenti".
Bisogberà vedere cosa l’onorevole Saglia riuscirà a mettere sul piatto domani a mezzogiorno, quando le parti si incontreranno.