Da tutta la provincia, ultras uniti per Paolo
di Erregi

Martedì 1 novembre, alla trasferta di Verona, gli ultras bresciani distribuiranno gentilezza, da contrapporre alla violenza che Paolo, uno di loro, aveva subito sei anni fa nella stessa stazione, Verona Porta Nuova, che sarà palcoscenico per la loro iniziativa

Sei anni fa, durante una carica delle forze dell’ordine contro i tifosi, Paolo Scaroni er stato ridotto in fin di vita. Dopo tutto questo tempo, ancora poca la chiarezza sull’episodio, ma Paolo ce l’ha fatta e la sua vicenda ha unito i tifosi di tutta la provincia di Brescia.

 

E saranno proprio loro, insieme, martedì 1 novembre, a Verona, per un “viaggio secondo coscienza”, come l’hanno chiamato sul loro sito ufficiale. Prima della partita, i ragazzi forniranno informazioni su orari dei treni e indicazioni logistiche, oltre che gentilezza ed educazione.

In quei momenti, chiunque voglia dimostrare la propria solidarietà a Paolo e alla sua vicenda potrà avvicinarsi ai ragazzi. Molti di loro, inoltre, saranno quegli stessi tifosi, che, con Paolo, sei anni fa, hanno vissuto i momenti di panico del pestaggio.

Non è questo il luogo per giudicare se quella violenza fosse o meno giustificata, ma l’iniziativa è da lodare, così come la vicinanza dei compagni bresciani nei mesi della ripresa di Paolo, che si protrae tuttora, come dimostreranno martedì.

Non si sa mai che, grazie a questa manifestazione di gentilezza sociale, l’erronea e generalizzata idea del tifoso violento, che rovina le belle domeniche di calcio, venga messa da parte, e la gente comprenda quanto in realtà questi ragazzi siano uniti solo dalla passione per la loro squadra del cuore.

Certamente non si può negare che i tifosi fanatici e i violenti esistano, ma è altrettanto certo che fare di tutta l’erba un fascio sia sbagliato; alla base dell’idea del prossimo martedì, infatti, sembra esserci tutto tranne che il fanatismo.

E non c’è fanatismo nemmeno nell’invito alla “manifestazione” che i tifosi hanno rivolto, oltre che a tutti i compagni, anche alle istituzioni e alla stampa, forse proprio perché la vera immagine degli ultras, che non è quasi mai rappresentata davvero, questa volta esca fuori.