Condannata a 14 anni una donna che viveva a Sarezzo
di Redazione

E' stata emessa ieri la sentenza della Corte d'assise d'appello nei confronti di Nooren Shahzadi, accusata di aver ucciso nel 2003 la figlia di due mesi. Alla donna, sempre proclamatasi innocente, non resta che il ricorso in Cassazione

È arrivata ieri la sentenza per un fatto datato 2003 che vedeva coinvolta Nooren Shahzadi, all’epoca abitante a Sarezzo. Una condanna a 14 anni, diminuita rispetto ai 16 chiesti in primo grado, per la 30enne pachistana: è stata così confermata dalla Corte d’assise d’appello, presieduta da Entico Fischetti, la responsabilità della donna nell’omicidio dell’allora figlia di due mesi.
 
I fatti risalgono precisamente al 22 febbraio 2003, quando la donna (ora non più in Italia) viveva nel comune saretino insieme al marito, un figlio e la neonata. Quando il marito rincasò si accorse che la piccola versava in gravi condizioni, chiamò il 118, ma ogni tentativo di salvarla fu inutile.
 
In seguito, gli accertamenti sanitari evidenziarono una botta nella regione del collo per la bimba, quindi la segnalazione ai Carabinieri, le indagini e l’interrogtatorio ai genitori, durante il quale il padre difese la moglie (che non parlava italiano). Gli investigatori batterono la pista della morte avvenuta come esito di uno strozzamento e delle pressioni esercitate sul cranio.
 
Ieri la condanna a 14 anni per la giovane donna, che si è sempre professata innocente. Adesso le rimane soltanto la chance del ricorso in Cassazione, con il deposito entro 50 giorni delle motivazioni.