Caccia e tradizione, protagoniste in un libro
di Redazione

Dopo i roccoli della Bassa e Alta Valle Trompia, Giampietro Corti pone l’accento su quella Media, in un volume che sarà presentato venerdì 14 ottobre

Appuntamento con appassionati e non alle 20 di questo venerdì 14 ottobre nella Biblioteca Comunale di Gardone VT, Villa Mutti-Bernardelli. Verrà presentato il libro “I roccoli della Media Val Trompia”, di Giampietro Corti, già autore dei due precedenti volumi sulle altre zone della Valle. Si chiude così un ciclo dedicato all’attività venatoria della zona, voluto dalla Comunità Montana.

Alla realizzazione di questo progetto hanno collaborato sette comuni triumplini, la FederCaccia e l’ANUU migratoristi. Alla presentazione saranno presenti il primo cittadino, Michele Gussago e  rappresentanti della Comunità Montana e della Provincia. Sarà inoltre occasione per presentare anche le attività dell’Archivio della Caccia, che ha sede anch’esso in Villa Mutti-Bernardelli.

Un libro di ricordi, questo, che esalta l’importanza delle tradizioni perché non vengano dimenticate. Si prevede una buona affluenza di persone all’appuntamento, vista l’importanza che per la caccia continua ad avere per i valtrumplini.

Il cacciatore, tanto denigrato e criticato dai molti, non viene quasi mai considerato anche come colui che, in un epoca in cui la montagna viene spesso dimenticata, si occupa invece di mantenerla viva, pulita ed accessibile.

È l’assassino di povere creature indifese, o almeno lo è fino a quando, quelle stesse creature non diventano fastidiose: è allora che il cacciatore viene contattato e si sente chiedere se, a costo zero, sia disponibile ad abbattere piccioni o corvi che intralciano la visibilità nei pressi delle piste d’atterraggio degli aerei o le nutrie che hanno proliferato troppo sugli argini di un fiume o di un canale.

Ma non sono anche questi animali indifesi? Perché il pettirosso no e il corvo sì? Pare, insomma, che vengano usati due pesi e due misure e che non si consideri tutto ciò che sta dietro alla passione della caccia, al di là del mero atto di prendere la mira e sparare.

Non resta che augurarsi che questo libro possa fare chiarezza almeno per quanto riguarda la tradizionale caccia nei roccoli, attività che, all’epoca, per una famiglia contadina, poteva essere fonte di alimentazione. Certamente il bracconaggio va scoraggiato e gli animalisti hanno le loro ragioni che fanno bene a portare avanti, ma sarebbe giusto che le autorità seguissero una linea e la mantenessero con coerenza.