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Giuliana Franchini
Psicologa, psicoterapeuta infantile, autrice di libri sulla relazione educativa e favole per aiutare i bambini a crescere bene
Giuseppe Maiolo
Psicoanalista e docente di Educazione alla sessualità all''Università di Bolzano. Si occupa di formazione dei genitori e di disagio giovanile
Officina del Benessere, Puegnago, tel. 0365.651827
 
 




20 Giugno 2015, 09.35

Genitori & Figli

Tempo di esami

di Giuseppe Maiolo
Tempo di bilanci per gli studenti, ovvero tempo di esami. E con questi ansia e stress. Perché gli esami, si sa, sono una messa alla prova, una verifica per poter passare da un livello ad un altro

Chi poi sostiene un esame importante come quello della maturità, sa che è in gioco la propria credibilità come studente e una valutazione globale e complessiva della propria carriera scolastica.
L’esame di maturità, benchè oggi abbia cambiato nome e si chiami Esame di Stato, continua ad essere una boa attorno alquale si deve girare per individuare il percorso da fare in futuro. 

In ogni caso conta poco che l´esame di per sé sia difficile o facile o che l´esaminatore sia severo o indulgente.
E’ l’esame in sé che è stressante e produce ansia. E le reazioni tipiche dello stress se sono contenute entro parametri accettabili non fanno male. Anzi servono. Hanno la funzione di mobilitare le risorse mentali del protagonista in campo.

Serve in altre parole quel tanto di adrenalina
che attivi le risposte sia fisiche che intellettive necessarie adaffrontare le varie prove scritte e orali di un esame che, quanto meno sul piano psicologico, resterà la prova più significativa di tutta la vita. 
Certo ogni giovane maturando ha proprie caratteristiche psicologiche con le quali affronta questo evento. Caratteristiche che gli consentono di viverlo bene o meno bene, superarlo con relativa facilità o esserne atterrito dalla paura.

Per tutti conta la relazione che si è riusciti a stabilire con le figure autoritarie incontrate sul proprio cammino a partire dai genitori e l’aspetto interiorizzato dell’autorità.
Se dentro uno si porta un´istanza severa e tirannica, gli esami, tutti gli esami e non solo quello della maturità, sono vissuti in modo terribile  e  sono fonte di un’angoscia infinita.

Quel dilagare esagerato dell’ansia è collegato all’idea di non farcela, di fallire e non “soddisfare” il genitore interiore esigente e punitivo.
Si può anche avere un´alta valutazione di sé, ma questa potrebbe essere fortemente inibita da quella figura giudicante, minacciosa e terrifica che uno si porta dentro. Il risultato è una lotta tutta interna, un conflitto lacerante tra il desiderio, le proprie legittime ambizioni e il timore di non riuscire mai a piacere e a soddisfare quell’autorità severa.

Poi c’ è un´altra dimensione che accompagna oggi l´esperienza della prova.
È quella dell´isolamento e della perdita di valore del sostegno collettivo. Un tempo nelle fasi di passaggio della vita e nei transiti più cruciali dell´esistenza come la pubertà, l´adolescenza, il matrimonio, le prove erano accompagnate da rituali che avevano la funzione di sostenere l´individuo in un momento di confronto con se stesso e con le proprie risorse.

Oggi invece, come scrive Erich Neumann, nella nostra società moderna “i rituali collettivi non esistono più e la problematica di ogni cambiamento ricade quindi esclusivamente sul singolo”.
Allora questi tempi di trasformazione che una volta erano momenti fondamentali si trasformano in tempi di paura e di ansia, di sofferenza e di stress. Per questo motivo molti studenti vivono male o in modo eccessivamente angosciante gli esami. Lo si ricava dalle reazioni che vengono segnalate: inappetenza, perdita del sonno, mal di testa, nausea, vomito.

Ma lo stress da esame altera anche le relazioni.

Tutti diventano naturalmente più irritabili. Quelli afflitti da una paura eccessiva, finiscono col litigare continuamente in famiglia e con gli altri, incrementano così la tensione in un momento in cui servirebbe di più avere una certa tranquillità.

Per contenere questa angoscia
che fa sentire sempre inefficienti e impreparati, gli studenti, proprio a ridosso dell’esame, soprattutto quello orale, si immergono in lunghe ore di studio che in realtà non migliora la preparazione ma aumenta lo stress.
Viceversa sarebbe più utile pianificare lo studio, darsi dei tempi per le pause che sono assolutamente salutari e aprire la mente ad altro, oltre che al pensiero  dell’esame.

Mi rendo conto che non è una cosa facile
ma il sistema migliore per affrontare esami e verifiche impegnative, non dovrebbe mai includere solo lo studio e l’attenzione per il miglioramento delle proprie performance. Bisognerebbe invece dare spazio allo svago, uscire, chiacchierare con gli amici, ascoltare musica.

E in ogni caso dormire adeguatamente evitando di fare levatacce al mattino.
Alcune di queste cose, in particolare i diversivi e le distrazioni, sono però attività che gli adulti, genitori e insegnanti, paradossalmente non ritengono utili e tendono a scoraggiare con l’idea che non favoriscono un’adeguata concentrazione.
Nulla di più sbagliato.  
  
Giuseppe Maiolo
www.ciripo.it



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